sabato 22 dicembre 2007

DIARIO DI BORDO 15

PREMI GIRULA' 2007

Lunedì 17 dicembre, sono stati asegnati al Teatro San Ferdinando di Napoli, i Premi Girulà 2007.
Tra i tanti premiati, io e Giuseppe Miale di Mauro, abbiamo vinto il premio come miglior autori della scorsa stagione con "Quattro".

"Quattro" è un testo che ci ha dato molte soddisfazioni, partendo dal Premio Ustica , fino ad arrivare a questo Girulà.
Questa la motivazione:
« Un testo di grande forza intellettuale ed emotiva, capace di coinvolgere gli affetti e di mobilitare l’intelligenza degli spettatori, chiamando all’autoesame la loro coscienza civile»

Grazie a tutti quelli che hanno collaborato alla vittoria di entrambi i premi.

PS
Buon Natale!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi fa sempre un enorme piacere vedere RICONOSCIUTO e PREMIATO il LAVORO delle PERSONE che APPREZZO DAVVERO.

P.S. BUON NATALE anche a te!
Buon Natale a tutti! Con la speranza che un giorno ANCHE questo MONDO possa RINASCERE…..

Se sempre più persone si facessero “ribelli” ma “RIBELLI PER AMORE” ad ogni prepotenza, ad ogni potere prevaricante, ad ogni interesse egoistico cominciando dal proprio interesse,…!
Giro per prima a me (che non sempre riesco ad essere così) questo impegno.

A te invece, che con il tuo lavoro desti le emozioni dei tuoi spettatori e lettori, forse – perché no – un po’ anche per spronarci ad essere “ribelli per amore”… a te mando il mio augurio di un Buon Natale!…via cavo... ma con un cavo che parte direttamente dal cuore.
Roberta - robertazm@virgilio.it

Anonimo ha detto...

Ciao, vi allego la recensione su gomorra trasmessa da radioF2 (Radio dell'Università degli studi di Napoli Federico II per la rubrica teatrale a cura di Assunta Petrosillo).

Gomorra
La versione teatrale di Gomorra , tratta dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano, nata da un’idea di Ivan Castiglione e Mario Gelardi è andata in scena dal 29 ottobre al 18 novembre al ridotto del teatro Mercadante di Napoli.
In un ambiente tetro, scuro, di ferro e cemento, su due piani, cinque personaggi tessono trame ordite, rincorrendosi tra parole e gesti inconvulsi accompagnati dalle inquietanti musiche di Francesco Forni e dalle devastanti immagini di Ciro Pellegrino.
Nel luogo della finzione per eccellenza “il teatro” è andata in scena la verità, un’inondazione sismica fatta di gesti, silenzi, smorfie, luci e sudore.
Ivan Castiglione che nella piéce interpreta Roberto Saviano, fa da collante alle cinque storie, che si alternano in ritmi incalzanti, pressanti che soccombono lo spettatore come una raffica di kalashnikov, arma prediletta da Mariano (Antonio Ianniello).
La scena si apre con una denuncia - l’invettiva di Casale- pronunciata da Castiglione -Saviano, con parole forti, taglienti come la sua stessa scrittura.
Una storia di sangue e carne, di vinti e vincitori, di istinto e cervello.
Dal basso c’imbattiamo nell’istinto scimmiesco di Pikachu (Francesco di Leva) spacciatore spietato che sogna di far carriera da camorrista a colloquio con Kit kat (uno straordinario Adraino Pantaleo) sentinella dei clan, che per smania di successo cade, come i pilastri di cemento che tengono in piedi lo stesso ambiente. Pilastri di argilla dai quali si levano le anime della Napoli martorizzata, sognatrice e pseudoreligiosa.
Dall’alto Stakeholder (Giuseppe Miale di Mauro) che impettito nei suoi abiti sartoriali, cuciti dalle sapienti mani di Pasquale, (Ernesto Mahieux), il sarto di Hollywood; smaltisce i rifiuti, nonostante il fazzoletto bianco, che maniacalmente utilizza per pulire tutto intorno a lui. Una verità rivelata, urlata perché come ci ricorda Castiglione/Saviano “Nonostante tutto, la verità esiste!”.

Assunta Petrosillo

Anonimo ha detto...

recensione trasmessa da radiof2 (radio Università di napoli Federico II)
Gomorra

La versione teatrale di Gomorra , tratta dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano, nata da un’idea di Ivan Castiglione e Mario Gelardi è andata in scena dal 29 ottobre al 18 novembre al ridotto del teatro Mercadante di Napoli.
In un ambiente tetro, scuro, di ferro e cemento, su due piani, cinque personaggi tessono trame ordite, rincorrendosi tra parole e gesti inconvulsi accompagnati dalle inquietanti musiche di Francesco Forni e dalle devastanti immagini di Ciro Pellegrino.
Nel luogo della finzione per eccellenza “il teatro” è andata in scena la verità, un’inondazione sismica fatta di gesti, silenzi, smorfie, luci e sudore.
Ivan Castiglione che nella piéce interpreta Roberto Saviano, fa da collante alle cinque storie, che si alternano in ritmi incalzanti, pressanti che soccombono lo spettatore come una raffica di kalashnikov, arma prediletta da Mariano (Antonio Ianniello).
La scena si apre con una denuncia - l’invettiva di Casale- pronunciata da Castiglione -Saviano, con parole forti, taglienti come la sua stessa scrittura.
Una storia di sangue e carne, di vinti e vincitori, di istinto e cervello.
Dal basso c’imbattiamo nell’istinto scimmiesco di Pikachu (Francesco di Leva) spacciatore spietato che sogna di far carriera da camorrista a colloquio con Kit kat (uno straordinario Adraino Pantaleo) sentinella dei clan, che per smania di successo cade, come i pilastri di cemento che tengono in piedi lo stesso ambiente. Pilastri di argilla dai quali si levano le anime della Napoli martorizzata, sognatrice e pseudoreligiosa.
Dall’alto Stakeholder (Giuseppe Miale di Mauro) che impettito nei suoi abiti sartoriali, cuciti dalle sapienti mani di Pasquale, (Ernesto Mahieux), il sarto di Hollywood; smaltisce i rifiuti, nonostante il fazzoletto bianco, che maniacalmente utilizza per pulire tutto intorno a lui. Una verità rivelata, urlata perché come ci ricorda Castiglione/Saviano “Nonostante tutto, la verità esiste!”.

Assunta Petrosillo