domenica 14 marzo 2010

DIARIO DI BORDO 21

Ritorno ad aggiornare il mio blog dopo molti mesi, lo faccio perchè mi sono reso conto che in molti per conoscere il mio lavoro, passano da qui.
Allora, ricapitoliamo un pò gli ultimi mesi.
Gomorra, lo spettacolo, è stato chiuso! Esiste attualmente una versione tedesca al teatro Gorky di Berlino.
Finalmente è uscito il libro de LA FERITA, 18 storie di vittime innocenti di camorra narrate da 13 scrittori. Il libro è edito da "Ad est dell'equatore".
Siamo andati in scena con un nuovo spettacolo, scritto da me e diretto da Giuseppe Miale di Mauro, "12 baci sulla bocca", è stato un buon successo e crediamo abbia un futuro.

lunedì 19 maggio 2008

DIARIO DI BORDO 20


Oggi sono dieci anni dal mio debutto come autore teatrale.

Era il 19 maggio del 1998 quando andava in scena al Teatro Tasso di Napoli, "Tutte le donne", la mia prima e piccolissima opera teatrale. In quello spettacolo c'era già Ivan Castiglione, infatti questi dieci anni di lavoro , corrispondono anche alla nostra amicizia a cui solo pochi mesi dopo si è aggiunta quella con Giuseppe Miale di Mauro.
Quest'anno per noi è stato molto importante, inutile negarlo, ma ci piace credere sia il frutto di questi dieci anni di "fatica", di lavoro quasi artigianale, per portare avanti la nostra idea di teatro e di lavoro insieme.

Ognuno di noi ha fatto le proprie esperienze da singoli, ma sapere di avere una casa a cui tornare, ci ha reso comunque più forti.

Dopo dieci anni siamo qui, ancora a progettare, ancora ad immaginare un futuro che in un modo o nell'altro ci veda insieme. E' chiaro, sono stati anni anche difficili, io ho pensato di mollare più di una volta ed è stato un pensiero non solo mio, immagino. E' altrettanto chiaro che ci sono stati alti e bassi nel lavoro e nel rapporto, siamo cresciuti, siamo cambiati, ma se nel 2008 siamo qui a parlare di "Gomorra", e soprattutto grazie a quello che abiamo costruito.

Ora ci sono nuovi amici, altri compagni di viaggio, penso a Francesco di Leva e Adriano Pantaleo, che hanno portato una nuova linfa, ma l'albero è forte e ci troverà ancora, e speriamo a lungo, a lavorare insieme.

domenica 11 maggio 2008

Articolo

Di seguito pubblico questo articolo di Katia Ippaso, perchè spiega meglio di me alcuni concetti relativi a Gomorra in teatro. E' un modo anche per ringraziarla.

Katia Ippaso
Non ha effetti spettacolari ma ti trascina dentro una storia nera di ragazzi bruciati. Con le armi mai ambigue della non violenza, evoca la violenza degli affari di camorra: la linea immateriale del denaro che occulta il sangue versato, mettendo in scena pantomime da "società degli uomini". E' "Gomorra", il romanzo-reportage di Roberto Saviano, sintesi alchemica di abilità narrativa e indagine sulla realtà senza difesa personale dal pericolo (in caso contrario, non sarebbero nate quelle parole). In attesa dell'omonimo film di Matteo Garrone, in concorso a Cannes, il 25 aprile "palcoscenico" di Rai Due si apre con la messa in onda dello spettacolo teatrale di Saviano e Mario Gelardi, regia televisiva di Marisa Vesuviano (ore 22.30). Gelardi dice di essere preoccupato: "Non è l'esito del programma quello che mi rende pensieroso, per sua natura il teatro in televisione non ha fortuna e tutto quello che verrà va giudicato con ottimismo. I miei pensieri girano intorno all'accoglienza che potrà avere il lavoro: si è detto che il mio è uno spettacolo popolare, che piace più al pubblico che agli addetti ai lavori". Inconsapevolmente, il regista teatrale ci dà una bella notizia e ci costringe a misurarci sul significato della parola "popolare". Che “Gomorra”, lo spettacolo, non abbia completamente soddisfatto gli addetti ai lavori (cosa a noi incomprensibile, dal momento che si tratta di un’opera rigorosa che evita l’epicizzazione banale del crimine, materia preferita dalle nostre fiction) va a suo merito, che abbia riempito i teatri pure. La dolorosa messa a fuoco di uno scollamento del linguaggio politico dalla reale condizione umana non è, ovviamente, solo materia di discussione specialistica, e investe sensibilmente la cultura, che nel nostro paese è gestita nella sua gran parte da una elite miope, una nicchia invidiosa dei Saviano del mondo, di quelli che non si vergognano di andare in prima linea (salvo poi essere costretti ad osannarli quando il fenomeno diventa internazionale o voyeuristico: lo scrittore ventinovenne, minacciato di morte dalla camorra, gira oggi sotto scorta). Lo spettacolo somiglia clamorosamente al libro. Eppure ne è la versione cameristica. Della complessa materia messa in campo da Saviano, sono state isolate solo cinque storie: dalla parte dei “ragazzi di vita” ci sono Picatchu che da grande vuole fare il boss e morire ammazzato come i boss, Mariano fissato col signor Kalashnikov, e Kit Kat, baby corriere della droga. Giovin signore dell’Apocalisse, Stakeholder è invece uno che ha studiato alla Bocconi e si è “specializzato” nel riciclo e nello smaltimento dei rifiuti tossici. C’è poi l’innocente Pasquale, il sarto che ha cucito per una manciata di euro, senza saperlo, l’abito che Angelina Jolie ha indossato la notte degli Oscar. Infine c’è lui, Saviano, incarnato da un attore fuori norma, Ivan Castiglione, in grado di mostrarci, secondo una drammaturgia fisica del dolore che scarta la paura, la solitudine di chi è in ascolto e solo dopo aver ascoltato parla. Tutto questo è popolare? Non piace del tutto agli addetti lavori? Se fosse veramente così, saremmo salvi.

venerdì 18 aprile 2008

DIOARIO DI BORDO 19

A pochi giorni dalla messa in onda di Gomorra su RAI DUE, sono molto pensieroso.
Non è l’esito del programma che mi rende pensieroso, per sua natura il teatro in televisione non ha fortuna, sono convinto che tutto quello che verr,à va considerato con ottimismo. L’ottimo lavoro fatto dalla regista dell’edizione televisiva, Marisa Vesuviano, restituisce fedelmente le atmosfere dello spettacolo.
I miei pensieri girano proprio attorno all’accoglienza che potrà avere il mio lavoro: in più di un’occasione si è detto che Gomorra è uno spettacolo popolare, che piace più al pubblico che agli addetti ai lavori. E’ uno spettacolo che piace ad un certo tipo di critico teatrale, diciamolo, un po’ militante, o che perlomeno sia sensibile agli stimoli della società e on solo a quelli del teatro.
Fa eccezione di certo Masolino D’Amico, una delle firme più gloriose della critica teatrale, che ha avuto per Gomorra parole davvero generose.
Gli altri addetti ai lavori, registi, attori autori, vedono questo essere “popolare” dello spettacolo, il suo difetto maggiore. Eppure, voglio ancora ricordare che questo progetto ha avuto una gestazione molto lunga e così come il libro di Roberto, è partito piano per poi conseguire riguardevoli riconoscimenti.
Penso a tutte quelle persone (popolari?) che abbiamo incontrato girando con lo spettacolo, molte di loro, hanno voluto testimoniare l’affetto e la stima per noi, sia sul blog che sulle pagine di myspace che tutta la compagnia possiede. Penso a loro e a quanto ci hanno trasmesso, è così che il termine “popolare” assume per me un significato assolutamente positivo.
Ci attende il debutto in Germania il 12 giugno, e poi una tournee lunga che parte il 14 ottobre e, sono sicuro, non mancherà l’affetto dei vecchi amici e di quelli nuovi.
Mi permetto di parlare in questi termini perché per tutti noi, l’onestà intellettuale ed artistica è sempre stata un dovere, mi chiedo in quanti possano dire la stessa cosa.
E’ strano lo so, ma per alcuni l’anticamorra potrebbe essere una moda, come le scarpe con gli zatteroni!

venerdì 4 aprile 2008

Gomorra in tv


VENERDI' 25 APRILE - ORE 23.30
RAI DUE PALCOSCENICO
GOMORRA
scritto da Roberto Saviano e Mario Gelardi

Regia teatrale Mario Gelardi
Regia televisiva Marisa Vesuviano

venerdì 28 marzo 2008

LA FERITA PER ANNALISA DURANTE


Ieri, 27 marzo era l’anniversario della morte di Annalisa Durante. Per questa occasione ci è stato chiesto di fare una replica del “LA FERITA”. Ospiti della mattinata, oltre a 550 ragazzi delle scuole medie e superiori di Napoli e provincia, L’Ass. Corrado Gabriele, L’ass. Gambale, il sindaco Rosa Russo Ierivolino, il padre di Annalisa e Don Luigi Merla.
Conduceva Conchita Sannino.
I giornali di oggi registrano la cronaca di quello che accaduto. Voglio riportarla pure io per evitare le solite congetture fatte dalla stampa.
Due sono stati i fatti salienti della mattina. Alla lettura di un brano di Roberto Saviano, in ricordo del giornalista Giancarlo Siani, c’è stato un applauso di un piccolissimo (davvero) gruppo di ragazzi, quando Ivan Castiglione ha pronunciato il nome di Totò Reina.
Onestamente la cosa mi ha sorpreso ed ho creduto che quei ragazzi non avessero ben compreso quello che facevano.
E’ chiaro che alcuni giornalisti riportano un certo sdegno, sdegno dovuto ci mancherebbe.
Io mi faccio una domanda, una domanda che mi pongo sempre quando parlo di camorra- in che modo la rappresentiamo?
Se l’idea che hanno i ragazzi di uno dei criminali più efferati del nostro paese è quella rappresentata in una fiction televisiva, allora non è difficile capire perché i ragazzi siano stati così superficiali in quell’applauso. Applauso di cui forse, non hanno capito nemmeno il significato.
Certo se qualcuno parlasse di Mafia e camorra a scuola (chi?) con competenza e coscienza, forse ci sarebbe meno confusione e si eviterebbe di creare cittadini così stupidi! O più semplicemente è stato il gioco di alcuni ragazzini annoiato al cospetto di CENTINAIA che hanno applaudito al ricordo delle vittime e alla testimonianza del padre di Annalisa Durante.

Secondo episodio.
E’ stata invitata sul palco il Sindaco di Napoli. Al solo preannunciare il suo nome i ragazzi hanno iniziato a fischiare, prima sommessamente poi, quando ha iniziato a parlare, in modo più rumoroso.
La sindachessa non si è fatta abbattere e con uno spirito pedagogico da fare invidia alla Montessori, ha esortato i ragazzi a fischiare di più perché la cosa la lasciava indifferente, li ha anche esortati a fare pernacchie perché anche a quello avrebbe risposto.
Inutile dire che è stata ampliamente accontentata.
Non è stato un fatto politico, perché gli interventi di Gabriele e Gambale sono stati applauditi e, questi assessori fanno parte dello stesso schieramento elettorale del Sindaco.
Parlare ai ragazzi non è facile, a volte anche io ci ho rinunciato oppure sono stato costretto ad inasprire i toni, ma in qualche modo bisogna saperci fare. E’ chiaro che i ragazzi soprattutto quando sono tanti, rispondono facilmente alle provocazioni.

Ancora una volta i miei amici attori, Ivan Castiglione, Giuseppe Miale di Mauro , Adriano Pantaleo e Daria D’Antonio, hanno dato prova di rara sensibilità e per questo li ringrazio.
Come ringrazio Don Luigi Merla che lui sì, ha saputo parlare con chiarezza e sincerità.
Oggi qualche messaggio mi diceva preoccupata che davvero in questa città non c’è speranza. Io non lo so se c’è speranza ma so pure che io ho la testa dura e finché non me la spacco continuerò a sbatterla contro questo muro di indifferenza e di inadeguatezza.

venerdì 14 marzo 2008

«Gomorra e giornali turbano il processo». Intimiditi il pm Cantone, Saviano e la cronista Capacchione del Mattino

Questo Articolo è stato pubblicato su IL MATTINO di oggi. L'articolo è di Leandro del Gaudio

«Gomorra e giornali turbano il processo». Intimiditi il pm Cantone, Saviano e la cronista Capacchione del Mattino

Se la prende con la giornalista del Mattino Rosaria Capacchione, con l'autore di Gomorra Roberto Saviano e con una presunta trama architettata dal pm anticamorra Raffaele Cantone. È il minaccioso intervento dei boss Francesco Bidognetti e Antonio Iovine (latitante da 12 anni) nel corso del processo Spartacus, dinanzi alla prima sezione di corte d'assise d'appello Raimondo Romeres. I boss del Casertano parlano per bocca del suo difensore Michele Santonastaso (e del suo collega Carmine D'Aniello): chiedono che il processo venga trasferito in un altro distretto giudiziario, affidandosi a una richiesta di «legittima suspicione». Un'istanza motivata in sessanta pagine lette in aula tutte d'un fiato, nel silenzio dell'aula bunker Ticino due, al cospetto di giudici e avvocati, ma anche di tanti imputati e parenti di presunti affiliati. In sintesi, Bidognetti e Iovine sostengono che i giudici napoletani non sono sereni, di fronte al tentativo di condizionamento della Dda di Franco Roberti: una trama che sarebbe stata consumata grazie a un presunto disegno del pm Raffaele Cantone nella gestione dei pentiti e da giornalisti e scrittori bollati come «prezzolati». Secca la replica del capo della Dda di Napoli Franco Roberti, chiamato in causa dall'intervento letto dal penalista Santonastaso: «Gli imputati Bidognetti e Iovine avranno le risposte che meritano nelle sedi competenti». E un primo effetto l'istanza di legittimo sospetto l'ha provocato. Gli atti del processo Spartacus - il più importante atto d'accusa alla camorra dei casalesi - finiscono in Cassazione. Ora spetta alla Suprema Corte stabilire se ci sono i presupposti per il trasferimento del processo lontano dalla sua sede naturale, di fronte all'ipotizzata mancanza di serenità dei giudici napoletani. Ecco come si rivolgono Bidognetti e Iovine (condannati in primo grado all'ergastolo per omicidi e delitti di camorra) nei confronti della giornalista Rosaria Capacchione, che quotidianamente segue per il Mattino la cronaca giudiziaria in uno dei distretti più pericolosi d'Italia: «Una giornalista prezzolata dalla Procura di Napoli, puntuale a soddisfare con la penna le esigenze di alcuni pm»; ma anche ad assecondare una trama volta a colpire avvocati e giudici liberi. Parole che rischiano di creare allarme, di provocare pericolose sovraesposizioni agli occhi di chi era presente ieri nel bunker di Poggioreale. Non mancano riferimenti a Roberto Saviano, autore del best seller sulle pagine più nere scritte dalla camorra campana. Quella pronunciata ieri dall'avvocato Santonastaso è il primo caso di richiesta di sospensione di un processo a causa di un romanzo. Nelle sessanta pagine lette ieri in aula viene citato uno dei brani di «Gomorra», tanto che i due boss chiedono «al buon Saviano» di conoscere la fonte di un episodio raccontato nel corso del fortunato romanzo. Anche questo - si legge - «è un tentativo di condizionare l'attività dei giudici», tanto che l'autore viene esortato a «fare bene il proprio lavoro».

lunedì 10 marzo 2008

LA FERITA


Il 21 Marzo, saremo io, Ivan Castiglionee Giuseppe Miale di Mauro, in provincia di Asti.
Partecipiamo ad una via crucis Laica. La nostra stazione è dedicata alle ferite di mafia e Camorra. Noi portiamo in scena il nostro reading, chiamato appunto "La ferita". Abbiamo avuto occasione di proporlo già alle scuole della provincia napoletana con un certo successo.
Ospiti dell'incontro il magistrato Caselli e l'Onorevole Violante.

domenica 24 febbraio 2008

DIARIO DI BORDO 18


In questi mesi di attesa, tra la fine di Gomorra e la ripresa dello spettacolo ad ottobre, ho avuto la fortuna di conoscere Marco Marchese.
Marco è un ragazzo di Palermo che a 11 anni è entrato in seminario. La storia di Marco, la sua vita, prende una particolare piega quando incontra un diacono di 25 anni che inizierà a molestarlo sessualmente.
La vita di Marco è dominata da questo avvenimento, le “molestie” durano per ben sei anni fino a portare il ragazzo a pensare di porre fine alla sua vita.
Marco ora è uno psicologo, ha fondato una sua associazione per chi come lui ha subito violenza e cerca la forza di raccontare.
Ho deciso di raccontare la sua storia, è qualche mese che lavoro su i suoi diari parlando per ore con lui.
Quando parlo di questo mio progetto, qualcuno mi dice che dopo la camorra mi metto di nuovo nei guai perché, nonostante il prete abbia ammesso la sua colpa e sia stato condannato, parlare di questi argomenti non mi renderà la vita facile.
In realtà più parlo con Marco e più trovo stimoli per continuare questo mio progetto, ammetto che l’incoraggiamento di Roberto (Saviano ovviamente) mi sprona almeno a provarci.
Ho capito che non è facile, sia perché la storia è complicata e delicata, sia perché il mio percorso di autore e regista trova ancora molte salite.

domenica 10 febbraio 2008

TEATRI DELLA LEGALITA'


Nasce in Campania Teatri della Legalità. Ventidue opere in cartellone, titoli noti al pubblico, autori come Tahar Ben Jelloun, Roberto Saviano e Luciano Violante, settanta giornate di spettacolo, con momenti di approfondimento, discussione, laboratorio e documentazione, riservate ai giovani spettatori della Campania. Presentato all’AGIS di Napoli, ‘Teatri della Legalità’ è un progetto promosso dall’Assessorato al Lavoro, Istruzione e Formazione della Regione Campania per la direzione artistica di Mario Gelardi e Tina Femiano e l’organizzazione de I Teatrini. L’iniziativa realizza una programmazione di ampio respiro, che affronta e propone ai giovani il tema scottante dell’illegalità, della criminalità e della violenza, coinvolgendo centinaia di persone tra attori, registi ed operatori delle istituzioni, della scuola e dello spettacolo. “Il progetto - sottolinea Corrado Gabriele - Assessore regionale all’Istruzione e promotore dell’iniziativa – è stato avviato in forma sperimentale nello scorso mese di gennaio. Le prime dodici rappresentazioni nei teatri di quattro città della regione, Marano, Santa Maria Capua Vetere, Afragola e Napoli, hanno incontrato il favore del pubblico soprattutto dei giovani studenti, che finora sono stati oltre cinquemila”. “L’alto gradimento tra i ragazzi e gli amministratori - continua Gabriele - ci spinge a rendere pubblico il senso di questo impegno che proseguirà con energie ancora maggiori nel rafforzamento di una proposta culturale ed educativa di altissimo spessore sociale e civile”. La rassegna e le attività ad essi correlate, tutte ad ingresso gratuito, si realizzano in collegamento con i Comuni di Napoli, Marano, Santa Maria Capua Vetere, Afragola, San Giorgio a Cremano ed Eboli. “In questo difficile momento – continua l’assessore Gabriele – tutti i settori della società devono reagire agli attacchi della violenza criminale animando la partecipazione alla rinnovata stagione di antimafia sociale”. Con questo spirito inizia in Campania un progetto che “affronta insieme ai giovani, con modalità nuove e diversi punti di vista, tematiche scottanti”. “La legalità è un valore, come l’amore, l’amicizia, la solidarietà – aggiungono i curatori Mario Gelardi e Tina Femiano – ed i valori vanno proposti, insegnati, mostrati. Per questo abbiamo scelto produzioni, incontri e spettacoli che possano parlare a generazioni diverse, dai bambini, adolescenti, giovani fino agli adulti”. In scena ci saranno opere che affrontano temi di attualità come il razzismo, il lavoro minorile, il bullismo, la giustizia, la democrazia, l’infanzia violata, la droga, i migranti, la libertà, realizzate da artisti che dell’impegno civile e sociale hanno fatto la loro bandiera.
Il prossimo appuntamento in programma è lunedì 11 febbraio al Teatro Gelsomino di Afragola (repliche martedì 12 al Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere, mercoledì 13 al Flaminio di San Giorgio a Cremano e giovedì 14 al Giancarlo Siani di Marano) con l’anteprima assoluta de
La Ferita, ovvero “voci contro la camorra in un reading di parole, musica e coscienza sociale” tratto da vari autori, tra cui Roberto Saviano, per la regia di Mario Gelardi. In scena alcuni degli interpreti di Gomorra, Ivan Castiglione, Francesco di Leva, Giuseppe Miale di Mauro, Adriano Pantaleo.

lunedì 4 febbraio 2008

GRAZIE!


E’ finita!
Sapevamo che il 3 febbraio sarebbe arrivato e infatti….
Domenica 3 febbraio a Salerno c’è stata l’ultima replica di Gomorra.
In questi mesi ho cercato di tenere un diario, a volte pubblico e a volte privato, dopo Napoli ho fatto alcuni ringraziamenti, ora mi urge farne di conclusivi.
Grazie!
Ai ragazzi di Gomorra, e tra i ragazzi ci metto pure Ernesto. Il termine compagnia teatrale è riduttivo per questo gruppo di eccezionali persone ed attori, senza di loro questo spettacolo non avrebbe riscosso i consensi che ha avuto.
Grazie!
Ai tecnici dello spettacolo .
Grazie a Ciro Pellegrino per le immagini e Francesco Forni per le musiche- ragazzi vorrei lavorare sempre con voi!!!
Al teatro Mercadante, a tutte le persone che ci lavorano, che contraddicono tutti gli stereotipi sul teatro pubblico. Sono persone che tengono davvero a quello che fanno.
Grazie!
A Luigi Marsano, perché se io sono la mente lui ormai è il braccio. E soprattutto è un amico leale.
Grazie a Fabrizia che ci è stata vicino a Prato.
Grazie a Paola e ai miei alunni di Fiorenzuola D’arda.
Grazie al calore del pubblico piemontese, di Como, di Marghera.
Grazie ad una giovane generazione di giornalisti e critici teatrali, che si sono posti nei miei confronti e nei confronti dello spettacolo, con curiosità e voglia di capire , senza pregiudizi.
Grazie !
A tutti quelli che hanno detto che questo progetto sarebbe stato un fallimento, che io ero una “pippa” di regista, che il testo non funzionava, che il nostro non è “teatro”, a chi ci hanno trattati come ragazzini inconsapevoli. Grazie, davvero grazie, perché tutti questi attacchi hanno creato una squadra compatta è motivata!
Grazie di cuore alle persone che ci hanno scritto sul mio mio blog, su i vario contatti di my space, che sono venuti a vedere lo spettacolo a volte da lontano e che hanno sentito il bisogno di starci vicini.
Credo di aver ringraziato tutti.
….
Perché il grazie che manca glielo dico di persona!
E’ finita!…per ora!